Luca, barman qualificato da New York alla Villa Reale. «E ogni giorno impari qualcosa di nuovo»

I «prof» storici se lo ricordano ancora bene. Dopo tutto ha lasciato la scuola da poco più di dieci anni. Si chiama Luca Magnoli, ha 25 anni ed è un ex studente dell’Istituto Olivetti. Si è qualificato nel 2007 e dal 2015 ha iniziato a lavorare presso il luonge bar della Villa Reale di Monza. Un «ritorno a casa», il suo, arrivato dopo un’avventura professionale che lo ha visto impegnato a New York, come apprezzato barman. Dov’è adesso ci è arrivato un passo per volta. «All’Olivetti – racconta – intrapresi il percorso triennale scegliendo il settore enogastronomico cucina ma, dopo qualche piccola esperienza di lavoro in questo campo, mi sono specializzato nel settore di sala e vendita». Pur essendo uscito dalla scuola poco più di dieci anni fa, il percorso seguito da Luca è stato molto diverso da quelli oggi disponibili: «Prima – spiega – era possibile scegliere il percorso triennale e quindi qualificarsi con un attestato oppure quello quinquennale che ti permetteva di avere un diploma». Le esperienze più stimolanti, in ogni caso, le ha fatte negli Stati Uniti, dove ha lavorato per tre anni. «La prima difficoltà – ricorda – fu la lingua, perché a scuola non mi ero impegnato molto nelle ore di inglese, ma grazie a sei mesi di full immersion ho cominciato a interagire direttamente con i clienti». Come? «Con quello che dovrei brevettare come il metodo Magnoli», risponde in tono scherzoso. «Quando arrivava una richiesta, portavo al mio interlocutore un oggetto dopo l’altro fino a che non riuscivo a individuare quello giusto». Della serie: creatività italiana al potere. Creatività che alla lunga paga: «Grazie all’esperienza in America ho imparato anche lo spagnolo, seconda lingua degli States». Magnoli negli Usa nota «numerose differenze con l’Italia. Tanto per cominciare, laggiù il cibo non era ai livelli di quello italiano, le mance erano obbligatorie e, proprio per questo, lo stipendio era più alto. Ma neanche te ne accorgevi, perché il costo della vita era maggiore». Gli americani però «sono molto aperti mentalmente e, soprattutto se sei italiano, ti vedono di buon occhio». Tornando al percorso di studi, perché il giovane Magnoli scelse il settore sala e vendita? «Era un ambiente più aperto e tranquillo rispetto al mondo della cucina. I clienti ti fanno i complimenti e tu ti togli le tue belle soddisfazioni, anche se ti tocca avere molta pazienza in caso di reclamo». Non mancano i sacrifici: «Qui si lavora durante le festività e ci si riposa quando gli altri lavorano». Qual è adesso l’obiettivo di Luca? «Voglio aprire una attività tutta mia entro i 30 anni d’età, intanto continuo ad apprendere nuove tecniche. Il mio lavoro – conclude – è questo: «Ogni giorno impari qualcosa di nuovo».

A cura di Nicolò Berto, Sabrina Di Caro, Annalisa Leoni, Mattia Nista, Maria Puma, Francesca Renda, Giada Riva e Tanya Zuniga