Olivetti nel Guinness World Record: il tiramisù più grande del mondo lo abbiamo fatto noi

L’Olivetti sul tetto del mondo. Il tiramisù da 273,5 metri che lo scorso 16 marzo ha deliziato gli avventori del City Life di Milano entrando nel Guinness dei primati (nella foto) è stato interamente preparato all’interno dell’Istituto alberghiero di Monza. «Olivetti, dal Guinness al Quirinale», ha titolato il quotidiano Il Giorno raccontando l’impresa e annunciando un altro traguardo prossimo venturo: la preparazione del banchetto per la Festa della Repubblica da parte dei ragazzi della scuola, il prossimo 2 giugno a Roma, per il presidente Sergio Mattarella. Numeri di tutto rispetti quelli del dolce che ha consentito all’istituto brianzolo di entrare la storia: 5mila savoiardi, 500 chilogrammi di mascarpone, 300 litri di caffè, 65 chilogrammi di zucchero, 65 chilogrammi di tuorlo d’uovo, 70 chilogrammi di albume, 65 chilogrammi di cacao amaro.

L’articolo che Cristina Bertolini de Il Giorno ha dedicato all’impresa dell’Olivetti

Il progetto, sponsorizzato da Galbani Santa Lucia che ha fornito la materia prima, è partito lunedì 11 marzo, con cicli quotidiani di lavorazione ininterrotta di oltre sei ore. Hanno partecipato le classi IIIC, IIIH, IVH e IVB, con il contributo di alcuni ragazzi del corso serale. Il progetto è stato coordinato dallo chef Stefano Callegaro, vincitore della quarta edizione di Masterchef Italia che ha guidato i giovani cuochi al Guinnes World Record, superando il precedente primato registrato l’anno scorso in Friuli Venezia Giulia. La mattina di sabato 16 marzo i ragazzi hanno caricato ogni vasca di tiramisù nei furgoni per il trasporto al centro commerciale milanese. Non sono mancati contrattempi che avrebbero potuto compromettere seriamente il raggiungimento del traguardo, soprattutto quando si è trattato di assemblare il dolce. Alla fine è andata e lo diciamo con un pizzico d’orgoglio: la storia siamo noi! Almeno quando si parla del tiramisù più lungo del mondo.
A cura di Nicolò Berto, Annalisa Leoni, Giada Polastri e Andrea Pordenon