Noi, ragazzi del Civico 12 e la droga (da cui stare alla larga)

Una scena del film “Christiane F. – Noi ragazzi dello zoo di Berlino”

Con la droga non si scherza. A volte ci si può trovare in situazioni che inizialmente sembrano innocue ma alla fine creano dipendenza. Il giorno 16 gennaio 2018, in palestrina, si è tenuto un incontro organizzato dalla professoressa Fernanda Ferrara, responsabile del progetto legalità nella nostra scuola, tra le classi terze e la Cooperativa sociale promozione umana Arl, comunità terapeutica fondata da don Chino Pezzoli che offre alle persone che hanno una dipendenza la possibilità di riconoscerla e curarla. Abbiamo chiesto alla professoressa i motivi che l’hanno spinta a organizzare questo incontro. Ci ha spiegato che da qualche anno lavora per sensibilizzare i ragazzi sul tema e per rendere utili le testimonianze di chi determinati errori li ha già commessi e infine ha affermato: «Mi sono avvicinata a questo mondo perché mi state a cuore voi ragazzi».

A parlare c’erano tre operatori dell’associazione. Come saluto iniziale, uno di loro ci ha suonato una canzone con la chitarra, raccontandoci di essere un musicista e di aver inserito questa attività anche all’interno della comunità. Ci hanno spiegato come si svolge il percorso di recupero e le differenti fasi che deve seguire una persona per superare la propria dipendenza. All’inizio del percorso, si rimane in una “clinica” dove persone specializzate nel campo medico aiutano i ragazzi a disintossicarsi. Nella clinica si può rimanere per poco o più  tempo, in base a quanto è forte la dipendenza e al tipo di sostanze assunte. Passato questo step, ci sono tre mesi di “pronta accoglienza”. In questa fase, i ragazzi che sono in comunità da più tempo spiegano ai nuovi le numerose da osservare: allacciarsi sempre le scarpe, non appoggiarsi al muro, non tenere le mani in tasca, solo per fare qualche esempio. Per concludere il percorso, c’è un graduale re-inserimento nella società e si viene quindi  mandati in altri luoghi dove si possono svolgere lavori. La comunità punta tutto su quest’ultima fase perché, accanto all’obiettivo della disintossicazione, c’è quello di offrire ai ragazzi una possibilità lavorativa, un reale re-inserimento che possa tenerli lontani dalle vecchie abitudini.

Insieme ai tre operatori, c’erano due ragazzi: Simone e Giampaolo, entrambi ex tossicodipendenti che ci hanno raccontato la loro esperienza e il loro rapporto con la droga, iniziato verso i 13/14 anni fino.

A fine incontro abbiamo riflettuto in classe e molti alunni sono rimasti colpiti dai racconti personali dei due ragazzi, apparentemente così lontani dalla nostra realtà ma, in fondo, così vicini.
A cura di Viola Lamperti