Da Hesse a Bertolucci: la lunga marcia di Siddhartha, piccolo Buddha

Lo scorso 26 novembre se n’è andato Berdando Bertolucci, uno dei più grandi maestri del cinema italiano di tutti i tempi. Tra i suoi titoli più celebri c’è “Piccolo Buddha” (nella foto), un film che non tutti gli alunni dell’“Olivetti” avranno visto. Che, tuttavia, contiene riferimenti a un libro che tanti, tantissimi ragazzi del Civico 12 hanno letto: “Siddhartha” (Adelphi, euro 18, pp. 280), romanzo d’istruzione pubblicato per la prima volta nel 1922 da Hermann Hesse, scrittore, poeta, aforista, pittore e filosofo tedesco tra i più importanti. Nasce nel 1877 a Calw, in Germania, dove riceve un’educazione religiosa protestante. Dopo aver scritto i suoi primi romanzi decide di fare un viaggio in India, dove si appassiona alla cultura locale e al Buddhismo. Nel 1923 diventa cittadino della Svizzera e muore nel 1962 a Montagnola, sempre nella terra dei produttori di orologi più famosi al mondo. Durante questo suo lungo soggiorno scrive la sua opera più famosa,  “Siddharta”, appunto. Ha scritto questo libro ispirandosi al suo viaggio in India al suo studio della filosofia Buddhista che rappresenta il nocciolo del romanzo. L’opera ha avuto molto successo, tanto da valere a Hermann Hesse un premio Nobel per la Letteratura nel 1946. Altri romanzi dello stesso autore degni di essere conosciuti sono “Peter Camenzind”, “Gertrud” e “Demian”, pubblicati tutti dall’inizio del Novecento fino agli anni Venti. “Siddhartha” è ambientato in India e racconta la storia del giovane Siddhartha, figlio di un ricco Brahmino. Un giorno egli decide di partire spalleggiato dal suo amico Govinda. Passano di città in città e di esperienza in esperienza, si separano e Siddhartha prosegue il suo viaggio imparando sempre di più fino a trovare il suo io e a diventare il Buddha. In questo racconto Hesse adotta uno stile molto variegato, unendo lirica, epica, narrazione e meditazione. La terminologia non è complessa, anche se può apparire lontana dalla lingua parlata del 21esimo secolo. I personaggi sono molto ben caratterizzati, da Siddhartha ,un giovane intelligente e astuto, ma soprattutto determinato a scoprire il suo io, a Govinda, amico sempre pronto ad aiutare che, in secondo piano da rispetto al protagonista, ancora a Vasudeva, uomo saggio, composto e connesso con la natura. Questo classico può essere consigliato alle persone di tutte le età, perché essendo un romanzo d’istruzione insegna molte cose ai giovani e, per lo stesso motivo, parla di tematiche adulte, come l’importanza di avere un lavoro o l’importanza delle relazioni sentimentali. Interessante è l’evoluzione dei personaggi: Kamala (l’amante di Siddhartha) per esempio, da donna provocatrice e lussuriosa diventa per via della nascita di suo figlio una donna più responsabile e protettrice nei suoi confronti. O anche lo stesso Siddhartha chem da giovane ragazzo senza esperienza, diventa talmente saggio e intelligente da diventare il Buddha. Un libro che stupisce e, soprattutto, insegna a coltivare sempre grandi ambizioni e determinazione nel raggiungere i propri obiettivi.

A cura di Rosalia Oddo, Chen Yu Hao, Loris Caputo, Gaia Riva, Artiom Mudryak.